Comfort food per tempi difficili: Dieci ricette per volersi bene
“Gli adulti, quando sottoposti a grave stress emotivo, si rivolgono a quello che potrebbe essere chiamato ‘comfort food’, cibo associato alla sicurezza dell’infanzia, come l’uovo in camicia della mamma o la famosa zuppa di pollo.”
Cosa sono i comfort food
La prima definizione di “comfort food”, che vedete qui riportata, risale al 1966 ed è comparsa sulle pagine del giornale “The Palm Beach Post” a proposito di un articolo sull’obesità. Volendo approfondire cosa sono i comfort food, si possono fare alcuni esempi: le patatine fritte, il cioccolato, il gelato, il brodo (sì, anche questo), la pizza oppure il riso al forno della nonna. Virtualmente tutti i cibi potrebbero esserlo ma in particolare lo sono di più i cibi grassi, calorici o semplici. Possono essere quindi dei piatti comuni a più persone o ad una determinata cultura. O possono esserlo comfort soltanto per noi.
Il “quid” dei comfort food risiede però nel loro valore nostalgico, sensibile, irrazionale a tratti, che ci travolge non appena ne prendiamo parte, col pensiero o con i sensi. Li associamo spesso ad un bel ricordo, ad un’emozione, ad un non meglio specificato calore.
L’esperienza radicale del coronavirus ci ha chiamato ad abitare in maniera nuova spazi vissuti, convenzionali, e lo stiamo facendo tuttora. Così, un po’ per necessità e un po’ per estro, è aumentato il tempo speso a ricercare e cucinare anche questi piatti confortevoli, di cui abbiamo reso partecipi conoscenti e sconosciuti sui vari social.
L’idea del ricettario digitale
Partendo proprio da questa considerazione è nata l’idea di questo ricettario digitale che ho voluto chiamare “Comfort food per tempi difficili – Dieci ricette per volersi bene”. Come suggerisce il titolo, ho raccolto alcune “ricette confortevoli” preparate da amici e persone vicine. A loro ho chiesto di raccontarmi perché hanno scelto quella particolare pietanza e qual è il legame sottile con quel piatto. In poche parole, perché per loro rappresenta un comfort food.
Il risultato, testuale e grafico, lo potete vedere qui. Come da “definizione” sono quasi tutti piatti energetici e corroboranti. Alcuni dei veri e propri peccati di gola. Quello su cui ho cercato di soffermarmi però e che spero di aver messo a fuoco è stato proprio quel “quid”, ossia il carico emozionale. Vi invito allora a scoprire le storie celate dietro queste pietanze, dove magari vi potreste ritrovare, confrontare e “confortare”, guardando con occhi altri quella che a prima vista potrebbe apparire “solo” come una semplice ricetta.
Cosa troverete all’interno
In questo piccolo percorso vi imbatterete in ricordi familiari costellati da aneddoti ironici e risvolti più malinconici. Assaporerete ricette della tradizione locale preparate a migliaia di chilometri di distanza. Oppure piatti stranieri che inaspettatamente prendono tutto il colore e il sapore di casa. E ancora troverete preparazioni che necessitano di essere condivise con qualcuno per esistere. Altre sono perfette anche per stare da soli, riscoprendosi in pace con sé stessi.
Infine, una piccola ma necessaria nota a margine. Oltre a cucinare un po’ più spesso, gli eventi di quest’anno mi hanno portato a fare qualcosa che avevo abbandonato da anni, come ad esempio disegnare. Le grafiche all’interno di questo ricettario sono state realizzate da me, spronato da un’amica. Sperando che possano essere apprezzate tanto quanto le parole gentilmente donate da compagne e compagni di viaggio.
Vi auguro buona lettura e buona cucina.
Davide