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Masala chai: il the speziato indiano che parla anche inglese.

Una tazza di the non mancava mai a casa di mia nonna, ricordo ed abitudine degli anni trascorsi in Inghilterra. Così, fin da piccolo, ho imparato ad amare quella bevanda dal colore rosso intenso, appuntamento ideale dei pomeriggi d’inverno e rifugio sicuro dal freddo.

Quando è stato il mio turno di trasferirmi Oltremanica, in aggiunta ai grandi the classici, ho scoperto una bevanda che emana tutto il sapore dell’India ma che parla anche inglese e cinese: il Masala chai – un mix di the nero, spezie e latte – conosciuto in tutto il mondo, forse un po’ meno da noi in Italia.

Masala chai letteralmente significa the speziato ma, per quanto mi riguarda, assomiglia più ad una pozione magica che riscalda il cuore e lo spirito. Ed in effetti è un vero toccasana, con numerosi benefici per la salute.

L’aspetto è denso e il the nero Assam fa da base alle spezie col suo sapore intenso e corposo. Al primo sorso si è travolti da onde di piccantezza dovute allo zenzero. Dura un attimo, poi seduce con le note fresche del cardamomo e subito ritorna alla pungenza e al calore della cannella, del pepe e dei chiodi di garofano. In sottofondo, la dolcezza del latte che disvela pian piano tutti gli accordi speziati.

È un’esplorazione verso est, da fare da soli o in compagnia, per scoprire tutto il fascino e la ricchezza di un Paese come l’India. È anche un viaggio che abbraccia la cultura britannica e indirettamente quella cinese, entrambe responsabili di aver dato vita al masala chai come lo conosciamo oggi.

Ma come saprete, le storie migliori partono sempre da una leggenda e sul masala chai ne esistono ben tre. Alcuni raccontano di un monaco buddhista che durante il suo viaggio in Cina inventò questa miscela dopo aver masticato alcune foglie della pianta del the (Camelia sinensis) ed essersi accorto che lo avevano rinvigorito; un’altra storia narra che sia stato un antico re indiano ad inventare il masala per restare sveglio durante le notti di guardia; l’ultima leggenda vuole che il masala chai fosse un infuso di un’erba miracolosa in grado di risvegliare dal coma.

Nella realtà, l’antenato più simile al masala chai è una bevanda della medicina ayurvedica chiamata khada o khara. Questa è ottenuta facendo bollire un intruglio di erbe e spezie ma senza l’aggiunta di the e latte.

Il masala chai nasce invece nella sua versione attuale a partire dalla prima metà dell’Ottocento, quando la Gran Bretagna si trovò ad affrontare gli elevati costi del the prodotto in Cina. In cerca di una soluzione economica vantaggiosa, gli inglesi scoprirono nella regione indiana di Assam una varietà di Camelia sinensis di gran lunga migliore e decisero di far partire delle piantagioni.

Il the nero così prodotto, serviva soprattutto a soddisfare il mercato britannico. Solo all’inizio del Novecento, con l’obiettivo di espandere il commercio del the anche in India, il Regno Unito che ancora controllava i domini indiani, istituì delle pause obbligatorie per i lavoratori, promuovendo il consumo del the anche grazie ai venditori di strada, i cosiddetti chai wallahs o baristi del tè.

Il tè veniva servito all’inglese, aggiungendo un tocco di latte e un poco di zucchero. Tuttavia il costo del the era ancora troppo elevato, così i chai wallahs si ingegnarono al fine di creare comunque una bevanda gustosa ed accattivante per i propri clienti: aumentarono la proporzione di latte e zucchero, diminuirono quella del the e aggiunsero delle spezie, “inventando” così il masala chai.

Il masala chai sembra quindi figlio del capitalismo e di una serie concatenata di eventi, a partire dalla guerra economica tra Cina e Regno Unito. Ma direi che è soprattutto nato dall’incontro di due modi di vivere e fare esperienza del the: da un lato la tradizione occidentale inglese, dall’altro i riti ayurvedici indiani.

Esistono diverse versioni per ogni regione e ogni famiglia ha la sua ricetta con l’impiego di un ampio panorama di spezie, l’uso del the nero o del the verde e variazioni sul latte, aggiunto all’inizio o alla fine della preparazione.

Quella che vi propongo qui è una ricetta venuta alla luce dopo diversi esperimenti, in cui ho variato la proporzione di acqua e latte, le fasi di miscelazione e il quantitativo di spezie. Utilizzo il cardamomo e lo zenzero che costituiscono la base speziata, a cui si aggiungono il pepe, la cannella e i chiodi di garofano. In più troverete i semi di finocchio che arricchiscono ancora le note fresche della bevanda.

Il mio consiglio è quello comunque di sperimentare ed adattare questo the speziato in base ai vostri gusti, lasciandovi ispirare dalla storia dei chai wallahs: necessità ma soprattutto creatività, che non guasta mai.

Ingredienti per due tazze da 250 ml:

  • 400 ml di acqua
  • 100 ml di latte
  • 3 cucchiaini di the nero Assam
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 6 semi interi di cardamomo
  • 4 grani di pepe nero
  • 2 chiodi di garofano
  • Poco meno di mezzo cucchiaino di zenzero in polvere
  • Un po’ più della punta di un cucchiaino di cannella in polvere
  • Meno di mezzo cucchiaino di semi di finocchio

Procedimento:

Preparate tutte le spezie e pestatele in un mortaio finché non saranno ridotte in polvere. In un piccolo tegamino aggiungete l’acqua, il latte e le spezie e portatele ad ebollizione a fuoco medio.

A questo punto aggiungete il the nero Assam e lo zucchero. Riducete il fuoco al minimo, coprite con un coperchio e lasciate in infusione da 2 a 4 minuti, a seconda dell’intensità che desiderate.

Versate infine in due tazze, aiutandovi con un colino o un filtro.

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