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La ricetta della cheesecake: dalla Grecia alle modelle pin-up americane.

La cheesecake è una di quelle torte che tutti conoscono e che, prima o poi, tutti cucinano. Nell’immaginario comune la associamo all’America a stelle e strisce, alle strade di New York e ai suoi grattacieli così alti, vertiginosi come alcune cheesecake. Non è proprio sbagliato ma le prime cheesecake sono nate in Europa e precisamente in Grecia. Tuttavia alla parola cheesecake è legata un’Altra storia, meno conosciuta forse, che parla di fotografia, linguaggio e modelle pin-up. Partiamo allora per questo viaggio che dalla Grecia ci porterà verso gli States.

La storia della cheesecake, la torta al formaggio più famosa al mondo, è ben nota: nata sull’Isola di Samos, in Grecia, una versione al formaggio e miele veniva servita agli atleti durante le prime Olimpiadi della storia su un’altra isola, quella di Delo, quasi 3000 anni fa. E pare anche che un dolce molto simile alla cheesecake venisse proposto come torta di nozze sempre in Grecia, come segno di ospitalità verso gli invitati (immaginate adesso una proposta del genere per una torta nuziale dei giorni nostri).

Dalla culla della civiltà occidentale all’antica Roma il passo è stato breve. Già nel II secolo a.C. viene nominato nel De Agri Cultura, un trattato di agronomia di Catone il censore, un dolce chiamato placenta formato da dischi di pasta e formaggio. Sempre nello stesso testo è presente un altro dolce – il savillum – più vicino alla moderna cheesecake: è a base di farina, ricotta, miele e uovo. Viene cotto nel forno e poi cosparso ancora di miele e semi di papavero.

La ricetta della cheesecake arriva poi in Inghilterra e compare per la prima volta in un libro di cucina medievale, il The Form of Cury, nel 1390. Bisogna invece aspettare il XVIII secolo per veder comparire la cheesecake dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, importata da chi emigrava dall’Europa verso il Nuovo Mondo.

E in America la cheesecake si trasforma. Nel 1872 infatti viene inventato per caso il formaggio cremoso, che aggiunto alla cheesecake le dona quella caratteristica densità e cremosità, difficilmente raggiungibile nella versione precedente. Nasce così la famosa New York cheesecake. Tra l’altro la versione non cotta con la base di biscotti sbriciolati è stata creata proprio negli Stati Uniti.

Ed è proprio qui, negli Stati Uniti, che la parola cheesecake passa dall’indicare una torta con una base di biscotti, uno spesso strato di crema densa al formaggio sovrastato da marmellata o frutta fresca a tutt’altro significato. Si racconta che nel 1912 un fotografo del New York Journal, impegnato su un set con una modella, abbia esclamato: “Wow, questo è meglio di una cheesecake” quando un colpo di vento le ha alzato il vestito, lasciando intravedere molto di più delle gambe solitamente ritratte in foto.

Quindi, meno di un secolo fa il termine cheesecake veniva usato nello slang americano per riferirsi a fotografie di donne attraenti – svestite in maniera accettabile secondo i canoni dell’epoca – oppure per indicare proprio le donne ritratte nei magazine e giornali, ossia le modelle pin-up. In senso metaforico il corpo della donna veniva descritto come sessualmente appetibile: basta pensare alle forme delle modelle, alle gambe nude con pochi vestiti che ricordano gli strati di una torta cheesecake.

La metafora della ragazza come dessert racconta però molto di più di una questione estetica: la trasforma in un mero oggetto del desiderio pronto per essere divorato dall’uomo. Riprendendo le parole della studiosa Caitlin Hines che ha approfondito proprio l’associazione tra la figura femminile e il dolce, la metafora si spinge ancora oltre:

“Le donne non sono semplicemente oggetti, ma sono “dolci”, cioè accondiscendenti e sorridenti, e non sono semplicemente ritratte come una torta, ma come un pezzo o una fetta di torta.”

In questo senso da un lato la donna-cheesecake soddisfa l’appetito erotico del maschio, proprio come una bella fetta di torta dà sollievo alla fame. Dall’altro rafforza ancora la posizione dominante dell’uomo: la donna è una fetta di torta che può essere tagliata, venduta, condivisa e infine…mangiata. In poche parole a completa disposizione dell’uomo, reiterando così quella visione che vede le donne sottomesse nel gioco sbilanciato dei ruoli di genere.

Quella che può essere una frase innocente si trasforma allora in un’allusione sessuale sedimentata nel nostro linguaggio. Se chiamare una donna “cheesecake” può essere arcaico oggi, il significato e le metafore in rapporto al cibo sono ancora attuali, incastrandoci in stereotipi che è difficile scorgere, soprattutto quando si è presi da un “attacco di fame”.

La ricetta della cheesecake che vi propongo ha una base di biscotti al burro, al formaggio ho aggiunto lo yogurt greco per alleggerirla e ricollegare la torta alle sue origini greche. Al posto dello zucchero ho preferito il miele per dolcificare: più salutare, rende la crema ancora più uniforme. Per il topping potete sbizzarrirvi usando la frutta o la marmellata che preferite. Io ci ho messo una macedonia di fragole di campagna, ma ho preparato una versione anche con i frutti di bosco, che si abbina perfettamente alla dolcezza lieve del formaggio e miele e all’acidità dello yogurt.

Buona preparazione anche perché il National Cheesecake Day è alle porte: si festeggia il 30 luglio negli Stati Uniti.

Ingredienti per una tortiera a cerniera di 22 cm:

Per la base:

  • 200 g di biscotti al burro
  • 100 g di burro fuso
  • La buccia grattugiata di 1 limone

Per la crema:

  • 150 ml di panna montata
  • 280 g di formaggio spalmabile 
  • 150 g di yogurt greco intero
  • 1 bustina di colla di pesce (12 g)
  • 50 ml di panna da montare
  • 90 g di miele

Per il topping:

  • 400 g di fragole bagnate col succo di limone

Procedimento:

Iniziate a preparare la base. Sbriciolate i biscotti fino a ridurli in farina. Aggiungete il burro fuso e la buccia grattugiata di un limone. Amalgamate con l’aiuto di un cucchiaio fino a che non avrete bagnato tutta la farina col burro.

A questo punto distribuitela all’interno di una tortiera a cerniera di 22 cm, foderata con la carta forno. Con le mani premete la farina sulla base fino ad ottenere uno strato omogeneo, ben distribuito e compatto. Mettete la tortiera a riposare in frigorifero per 30 minuti.

Iniziate a preparare la crema per il secondo strato. Montate 150 g di panna per dolci. A questi aggiungete il formaggio spalmabile, lo yogurt greco ed il miele.

A parte, fate idratare per 10 minuti in acqua fredda i fogli di gelatina per torte. Trascorso questo tempo, strizzate la gelatina per eliminare l’acqua in eccesso e aggiungetela in un pentolino dove avrete messo a scaldare gli altri 50 g di panna non montata. Occorreranno solo pochi minuti per sciogliere la gelatina, che andrete ad aggiungere alla crema di formaggio preparata poco prima.

Avrete un composto spumoso e ancora non troppo denso. Riprendete la tortiera e versate il composto all’interno. Per distribuirlo uniformemente aiutatevi con un cucchiaio oppure facendo ruotare delicatamente la tortiera.

Mettete in frigo per fare addensare lo strato di crema. La torta è già pronta dopo poche ore, circa 6-8 ma è perfetta anche dopo 24 ore.

A questo punto divertitevi con il topping: io ho usato una macedonia di fragole ma gli abbinamenti da creare sono praticamente infiniti.

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